“Carlo, tu hai veramente qualcosa in più”, disse la maestra, osservando i disegni e rimanendo senza parole.
Dalla più tenera età, Carlo manifesta doti artistiche straordinarie: a cinque anni disegna, dipinge e scolpisce figurine di cartapesta. L’incontro con un pittore locale, Luigi Cariani, è fatale. Grazie a lui, Carlo scopre la malleabilità ed elasticità di un materiale misterioso, a lui sconosciuto prima d’ora: la creta. Si schiude un universo di creatività.
Con la creta, Carlo inizia a modellare i primi personaggi, che poi porta in “scena” in vari spettacoli di burattini per la gioia dei suoi compagni di gioco.
Nell’officina del padre, Valentino, meccanico di biciclette e moto, Carlo rimane affascinato dalla meccanica di pedivelle, rocchetti, catene di trasmissione e congegni frenanti.
Nasce in lui una passione profonda per le possibilità che anche la meccanica e la fisica del movimento possono offrire all’arte. Si accorge, infatti, che quando un personaggio “prende vita”, si “muove”, genera un’emozione più forte rispetto a un personaggio statico.
“È Il movimento a creare emozione”, diventerà negli anni il suo credo.